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Franco Giustolisi |
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Armadio della Vergogna L'Anpi si appella a Fini e Schifani
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ROMA,
05 luglio 2009
- Finalmente, dopo tre anni e mezzo di attesa l’Anpi
nazionale si muove sull’Armadio della Vergogna. Il
neopresidente Raimondo Ricci ha inviato il 25 giugno una
lettera ai presidenti della Camera e Senato, Fini e Schifani,
in cui tra l’altro dice: <<L’associazione che
mi onoro di presiedere e rappresentare reputa urgente e
necessario che si compia ogni sforzo per chiudere, con spirito
di verità, senso dell’onor patrio e di solidarietà umana e
civile questa oscura pagina di giustizia colpevolmente negata.
Spero che converrà con me, signor Presidente, che una
democrazia è forte quando il Paese dimostra, con coralità di
intenti, la volontà, il coraggio e la capacità di fare i
conti con le pagine, anche le più riprovevoli, della
storia>>. leggi
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Stragi naziste dimenticate si decide su Fivizzano
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ROMA,
15 giugno 2009
- Qui non si processano gli amici che sgozzarono
Meredith, l’inglesina cui piaceva tanto Perugia. Né il
fidanzato di Chiara, la ragazza di Garlasco fatta fuori, dice
l’accusa, proprio da lui. Né si parla delle ninfette del
satropo nostrano, di cui si
deve parlare, e come. E, allora, niente macchine da ripresa,
niente scatti dei fotoreporter, non c’è
la Rai
, tanto meno Mediaset. E neppure un giornalista, neanche
l’ombra. Al carabiniere che chiedeva la qualifica
dell’entrante, mi sono vergognato e ho risposto
“cittadino”, anche se di cittadini non ce n’era nessuno.
In questa aula, che istintivamente verrebbe da definire sorda
e grigia, ma grigia non è perché ha le pareti ricoperte di
pannelli di legno chiaro ed è dotata di sedie dalle alte
spalliere disposte in file ordinate per il pubblico che non
c’è, ma certamente sorda perché non dilata il minimo
clamore, si tiene un processo che ha al passivo non una, non
dieci, non cento vittime, bensì 521. “Almeno”, come è
specificato nelle
carte processuali, 521 esseri umani, definiti nella triste
litania di
“prevalentemente donne, vecchi, bambini”, cui la vita fu
tolta tra il 19 e il 27 agosto 1944, con....come? con barbara
ferocia, non mi vengono in mente altri termini per definire
l’abiezione umana. L’aula di cui sopra appartiene al
tribunale militare di Roma, in viale delle Milizie. leggi
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A
Gaza non c'è esigenza umanitaria
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ROMA,
10
gennaio 2009
- “ A
Gaza non c’è esigenza umanitaria?” osa affermare la
ministra degli esteri israeliana, Tzipi Livni. E nessuno non
dico che le sputi in faccia o la prenda a schiaffi, perché
niente violenza. Ma che neanche nessuno le giri le spalle in
segno di disprezzo… E sul Corriere della Sera di sabato 3
gennaio viene offerto ampio spazio ed evidenza ad Andrè
Glucksmann, maestro di pensiero, di chi, poi, non si sa, il
quale con incredibile nonchalance si dilunga sull’
“ipocrisia della sproporzione”.
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Contrordine
compagni |
Roma,
13 dicembre 2008
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Contrordine compagni. Creazione di un gruppo di lavoro per la
conta delle vittime delle stragi nazifasciste che a 65 anni di
distanza non si sa ancora quante siano? Facciamo finta di
niente. E l’iniziativa verso i partiti per la messa in campo
di una nuova commissione parlamentare d’inchiesta che
stabilisca finalmente chi, come, quando e perché decise
l’armadio della vergogna? Idem, meglio glissare. C’è da
stupirsi? Sì, in un certo senso perché nascondere un ordine
del giorno votato all’unanimità, quello che proponeva le
cose di cui sopra, come spiegato nell’articolo che precede,
è questione che addirittura scavalca il massimo del
“cesarismo”. leggi
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L'Anpi
nazionale si muove, finalmente |
Roma, 12 dicembre 2008
-
Finalmente. Ci sono voluti anni di difficili, dure,
controverse iniziative, ma finalmente, bisogna ripeterlo, si
assolverà il dovere di stabilire quante furono le vittime
delle stragi commesse da nazisti e fascisti nel nostro paese:
10, 20, 30 mila, compresi i militari massacrati dopo che
avevano alzato bandiera bianca?
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L'Anpi: inchiesta del Parlamento
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Roma, 12 novembre 2008 - Verrà proposta una nuova
Commissione parlamentare sulle stragi nazifasciste. Lo hanno
chiesto all'unanimità tutti i rappresentanti dei partiti
d'opposizione presenti sabato scorso al convegno indetto dall'Anpi
di Roma sul tema «a 65 anni di distanza dalle stragi
nazifasciste».
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65 anni di silenzio
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Roma,
08 novembre 2008 - Sessantacinque anni.
Sessantacinque anni di attesa. Di silenzi. Di angosce. Di
ingiustizia. Sessantacinque anni: tanti ne sono passati da
quando i nazisti, seguiti a ruota dai repubblichini, dettero
inizio ai massacri. Forse i primi due, dal 20 al 21 settembre
del '43, furono compiuti a Cefalonia e a Matera, la città
antesignana a insorgere contro l'invasore. E poi Civitella Val
di Chiana. E poi Capistrello. E poi Sant'Anna di Stazzema.
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Caro Manifesto
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Roma,
17 ottobre 2008 - ,
ho esitato a lungo prima di scriverti questa lettera, aperta ovviamente,
ma alla fine ha prevalso la mia indole di non girar mai le
spalle o alzarle di fronte a ciò che non accetto. Dunque: non
mi sei piaciuto per come hai trattato la vicenda di Spike Lee
e del suo film “Miracolo a Sant’Anna”.
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65 anni di attesa
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Roma, 30 settembre 2008
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Sessantacinque anni. Sessantacinque anni di attesa.
Di silenzi. Di angosce. Sessantacinque anni rappresentavano,
sino a non molto tempo fa, la vita media di un individuo. Oggi
ne costituiscono all’ incirca i quattro quinti, quando
l’autunno sta per cedere il passo all’inverno.
Sessantacinque anni: tanti ne sono passati da quando i
nazisti, seguiti a ruota dai repubblichini, dettero inizio ai
massacri.
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L'antifascista questo sconosciuto
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Roma, 28 agosto 2008 -
Il
fascismo è derubricato. Così scriveva su
la Stampa
il 28 marzo di quest'anno Giovanni De Luna, docente di storia
contemporanea all'Università di Torino.
Per
questo concetto ineccepibile lo storico prendeva a pretesto il
decreto del governo Prodi (un governo di centro-sinistra,
badate) risalente al 29 febbraio che toglieva all'Aned,
l'associane degli ex deportati, proprietaria del blocco 21 del
lager di Auschwitz, il diritto consolidato di allestire il
padiglione italiano nel museo che trasmette al mondo le
atrocità del nazismo, socio in affari, in politica e in
criminalità col fascismo.
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Armadio della vergogna 2, arrivano le prime prove
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Roma, 12 agosto 2008
- Un
vecchio faldone scuro, alto una decina di centimetri. Roso dal
tempo, sbrecciato, polveroso. Ha un'età ragguardevole, poco
meno di 60 anni. A fatica si legge l'intestazione: «Criminali
di guerra - Proced. (sta per procedimenti, ndr) contro Roatta
ed altri» (seguono i nomi di altri 32 imputati, ndr). Altra
documentazione che si scova nel cinquecentesco palazzo di via
degli Acquasparta, in Roma, dove hanno sede i vertici della
giustizia militare e dove fu trovato, nel giugno del
1994, l
'armadio della vergogna, che nascondeva i fascicoli delle
stragi commesse dai nazifascisti, nel nostro paese, dall'8
settembre del 1943 al 25 aprile del '45. Decine e decine di
migliaia di morti, all'enorme maggioranza dei quali si deve
ancora giustizia, che la memoria tende a dimenticare e che la
storia fatica ancora ad inserire nel suo tabellino di
marcia. leggi
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Cefalonia impunita? Procura militare
sotto indagine "disciplinare"
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Roma, 02 luglio 2008 -
Un'accusa di negligenza? E' quella che rischia il
procuratore militare di Roma, Antonino Intelisano, per la
ritardata apertura dell'inchiesta sul massacro di Cefalonia.
Ecco i fatti. L'11 agosto dell'anno passato, Guido Ambrosino,
corrispondente del Manifesto da Berlino, nell'articolo dal
titolo «Una pietra sulla strage di Cefalonia», scriveva che
il procuratore federale di Dortmund, Ulrich Maass, aveva
chiuso, come già fatto dal suo collega di Monaco, August
Stern, ogni indagine. Nella sua ordinanza scriverà che quei
crimini - migliaia di soldati italiani trucidati dopo aver
alzato bandiera bianca - sono ormai prescritti in quanto non
era stata ravvisata alcuna aggravante.
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L'Armadio della vergogna 2
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Roma, 28 giugno 2008 -
A
palazzo Cesi, dove ha sede
la Procura
generale militare, c’è un altro archivio che nasconde gli
orrori compiuti dalle camice nere. Le carte ritrovate
documentano i crimini commessi nei Balcani, ma sul grosso dei
fascicoli c’è il timbro «segreto», «riservato». Si
chiede giustizia, la parola ora passa al ministro della
Difesa.
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L'informazione della vergogna
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Roma,
07 febbraio 2008
- Quando, al ritorno dalla Svizzera, dopo aver ultimato la mia inchiesta
sulle cliniche italiane, e più in generale sulla nostra sanità
in rapporto a quella d’oltralpe, Emilio Ravel, responsabile
di TV
7 mi
chiese com’era andata, risposi “benissimo”.
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