Resistenza in Versilia
1943
9-11 settembre:
le truppe
italiane, dislocate in Versilia per la difesa costiera, si sbandano
all’annuncio dell’armistizio ed i Tedeschi occupano il territorio senza
incontrare alcuna opposizione.
Settembre-novembre:
si organizzano i primi nuclei di Resistenza, tra i più attivi quelli
gravitanti intorno alla cellula comunista di Viareggio, a
Gino Lombardi
in Alta Versilia e a don Alfredo Alessandri, parroco di Marignana (Camaiore).
Nascono i CLN, vengono raccolte armi, indispensabili per dare inizio
alla lotta armata, ed effettuati sabotaggi alle linee telefoniche e alle
vie di comunicazioni.
4 dicembre:
con alcuni compagni, Gino Lombardi effettua un colpo di mano nel
Municipio di Seravezza, asportando un ciclostile, poi utilizzato per la
stampa clandestina.
7 dicembre:
presso il cimitero di Lucca è fucilato dai fascisti il partigiano
viareggino Trento Benassi.
1944
17 gennaio:
sbarca in Maremma la giovane viareggina
Vera Vassalle, inviata
mesi prima dal CLN a Napoli per prendere contatto con i servizio
d’informazione alleati. Due giorni dopo raggiunge la Versilia, dove
opererà a capo della missione “Radio Rosa”.
18 febbraio:
la Resistenza versiliese riceve il primo aviolancio alla Foce di Mosceta,
nei pressi del Monte Pania.
25 febbraio:
vengono arrestati diverse persone sospettate di appartenere alla
Resistenza, tra cui alcuni membri del Fronte della Gioventù. Evitano la
cattura i responsabili dell’organizzazione, Corrado Buselli e
Tristano Zecanowski.
29 febbraio
: a Ruosina (Alta
Versilia) sfuggono alla cattura da parte dei repubblichini i patrioti
Gino Lombardi e Piero Consani. Raggiunta la località montana Porta di
Farnocchia, costituiscono la prima formazione partigiana della Versilia,
i “Cacciatori delle Apuane”, con base presso la casa della famiglia
Battistini.
4-5 marzo:
nella notte vengono arrestati, in varie località della Versilia,
sessantadue antifascisti e condotti in carcere a Lucca. Alcuni di loro
subiranno sevizie e maltrattamenti da parte degli agenti dell’Ufficio
Politico Investigativo della Guardia Nazionale Repubblicana. Molti
dirigenti del movimento clandestino, tra cui
Manfredo Bertini,
riescono a sfuggire alla cattura.
18 marzo:
vengono arrestati, a Viareggio e a Seravezza, Dante Lenci e Lorenzo
Jacopi, rispettivamente responsabile e radiotelegrafista della missione
radio “CROFT”, destinata ad operare nella Toscana settentrionale.
Condotti in Alta Italia, Lenci sarà fucilato, mentre Jacopi riuscirà a
fuggire ed a tornare in Versilia.
27 marzo:
i “Cacciatori delle Apuane” riescono a sfuggire ad un rastrellamento
nello Stazzemese con un’avventurosa marcia verso le montagne massesi.
16-17 aprile:
per annientare i “Cacciatori delle Apuane”, autori di una serie di colpi
di mano contro i presidi repubblichini, 170 militi della GNR, 50 della
Decima Mas, 50 fascisti locali, 160 tedeschi della Divisione “Goering”
compiono un rastrellamento in Alta Versilia. Sul monte Gabberi muore in
combattimento il partigiano
Luigi
Mulargia. A Ruosina e Pontestazzemese vengono incendiate
le abitazioni di alcuni antifascisti e arrestate una quindicina di
persone, tra cui i genitori e la fidanzata di Lombardi.
19 aprile:
presso il cimitero di Massarosa sono fucilati dai repubblichini i
partigiani Vittorio Monti e Domenico Randazzo, catturati sulle colline
di Camaiore.
21 aprile:
mentre si recano in Lunigiana per prendere contatti con la Resistenza
locale, a Sarzana vengono intercettati da una pattuglia della GNR
Lombardi, Consani e Ottorino Balestri. Segue una sparatoria nella quale
cadono Lombardi e due militi fascisti, Consani viene ferito e catturato,
Balestri riesce a fuggire e a tornare in Versilia,
Inizio maggio:
la Resistenza si riorganizza,dopo lo sbandamento seguito alla notizia
della morte di Lombardi. Sulle colline di Camaiore viene costituita la
formazione “Luigi Mulargia”, al comando di
Marcello Garosi
(“Tito”), un gruppo di partigiani si attesta sul monte Cavallo (Seravezza),
agli ordini di Lorenzo Bandelloni, e un altro sopra il paese di Cardoso,
guidato da Aristodemo Pierotti (“Pelle”).
5 maggio:
a Sarzana viene fucilato Piero Consani, condannato a morte dal Tribunale
Militare. Presso il cimitero di Lucca cadono davanti al plotone
d’esecuzione i partigiani Ottavio Franchi e Agostino Pippi.
10 maggio:
la “Mulargia”, in marcia verso la Lunigiana per costituire un’unica
formazione con i partigiani locali, è costretta a rientrare in Versilia
per un rastrellamento in corso nell’Alta Garfagnana. A Gorfigliano, in
uno scontro tra pattuglie, cadono il partigiano Silvio Ceragioli e un
milite fascista
12 maggio:
la banda di Lorenzo Bandelloni si unisce alla “Mulargia”, con Marcello
Garosi comandante, Guido Vannucci vice comandante, Giancarlo
Taddei commissario politico, Lorenzo Bandelloni addetto agli
approvvigionamenti.
14 maggio:
la “Mulargia” si sposta al Campaccio, località tra Pasquilio e il monte
Carchio, dove Garosi incontra esponenti del CLN apuano. Viene decisa la
fusione con i gruppi partigiani di Massa e Montignoso.
A Piazza al Serchio i fascisti fucilano il partigiano
Alberto Galanti di Stazzema
16 maggio:
la “Mulargia” attacca il presidio della GNR di Altagnana. Cadono alcuni
fascisti, mentre i partigiani hanno alcuni feriti, tra cui il comandante
Garosi e il suo vice Vannucci.
17 maggio:
il grosso della “Mulargia” si attesta agli Alberghi, località nei pressi
del monte Contrario. Un reparto, agli ordini di Bandelloni, viene
inviato nella zona del monte Altissimo, un altro, comandato da Giancarlo
Taddei, sulle colline tra Camaiore e Massarosa.
18 maggio:
il distaccamento di Taddei disarma i Carabinieri della caserma di
Massarosa e, nei giorni seguenti, sono sabotati alcuni ponti
nell’entroterra di Viareggio.
4 giugno:
la formazione massese “Silvio Ceragioli” stabilisce un accordo operativo
con la “Mulargia”. I partigiani attaccano la Casa del Fascio di
Colonnata (Carrara)
6 giugno:
il reparto di Bandelloni viene attaccato dai nazifascisti, ma riesce ad
evitare l’accerchiamento. Nel combattimento presso il monte Cavallo (Seravezza)
restano gravemente feriti due partigiani.
7 giugno:
un centinaio di uomini della “Mulargia” attacca il presidio
nazifascista di guardia ai magazzini TODT di Vinca (Fivizzano). Tre
tedeschi restano uccisi, alcuni feriti, gli altri disarmati; quattro
feriti anche tra i partigiani. Viene asportato un’ingente quantità di
materiale.
9 giugno:
in seguito alla trasmissione di messaggi-radio, che lasciano prevedere
un imminente sbarco alleato sul litorale tra Pisa e Marina di Massa, la
“Mulargia” occupa il paese di Forno, base ideale per scendere su Massa e
acuire il controllo della Via Aurelia, fondamentale via di comunicazione
costiera.
10 giugno:
un reparto della “Mulargia” attacca la caserma fascista di Santa Lucia a
Massa
11 giugno:
a Forno si svolge una riunione dei comandanti delle formazioni apuane,
alla presenza di Oliviero Tilgher, rappresentante del Comitato Toscano
di Liberazione Nazionale, durante la quale si discute di creare, nei
giorni successivi, un comando unico, affidato a Garosi.
13 giugno:
durante la notte, reparti tedeschi e della Decima Mas convergono su
Forno, accerchiandolo. Per circa tre ore si combatte presso la chiesetta
di Sant’Anna e la vecchia filanda, poi i partigiani sono costretti a
ritirarsi.
Tragico è il bilancio della giornata: una decina di
partigiani caduti, tra cui il comandante Garosi, 56 uomini fucilati
presso il torrente Frigido, una donna e un bambino uccisi nella propria
abitazione, un centinaio di persone rastrellate e deportate in Germania.
15 giugno:
il movimento partigiano versiliese si riorganizza. Un centinaio di
uomini si stabilisce sul monte Cavallo (Seravezza), agli ordini di
Lorenzo Bandelloni e Ottorino Balestri: Giancarlo Taddei costituisce la
“Nuova Mulargia” sulle colline di Camaiore, altri piccoli gruppi si
attestano sul monte Gabberi e in Val Freddana.
18 giugno:
preceduto dal messaggio-radio “Funerali di lusso” avviene un aviolancio
sul monte Cavallo (Seravezza), recuperato dai partigiani della “Bandelloni”.
Vengono paracadutati anche quattro italiani, agenti dell’OSS americano,
della missione radio “Toscanini”, che opererà fino alla liberazione.
25 giugno: la “Nuova Mulargia” disarma il presidio
fascista di Montramito (Massarosa)
26-28 giugno:
reparti tedeschi attaccano i partigiani della “Bandelloni” sul monte
Cavallo e alle Cervaiole (Seravezza), presso il monte Altissimo. Nei
combattimenti cadono tre mongoli e due alsaziani, disertori delle truppe
tedesche unitisi alla Resistenza, e altri tre partigiani restano
gravemente feriti. Una quindicina, tra morti e feriti, le perdite
nemiche.
27 giugno:
presso il comando tedesco di Compignano (Massarosa) viene ucciso il
partigiano
Amos Paoli,
catturato due giorni prima a Riomagno (Seravezza) e sottoposto a feroci
torture.
29 giugno:
è fucilato presso il cimitero di Lucca il viareggino Gino Del Pistoia.
2 luglio:
i Tedeschi, avvertiti da un delatore, fanno irruzione nella casa che
ospita la missione “Radio Rosa” nella periferia di Camaiore. Vera
Vassalle e gli altri patrioti riescono a fuggire. Nei giorni seguenti i
partigiani catturano e fucilano alcuni noti fascisti repubblichini.
7 luglio:
a Tonfano (Marina di Pietrasanta), nella sparatoria seguita al tentativo
di catturare un noto fascista, cadono i partigiani Dino Viviani e
Vincenzo Nuti. Quest’ultimo muore all’ospedale di Pietrasanta, dove era
riuscito a trascinarsi.
9 luglio:
partigiani della “Bandelloni”, agli ordini di Aurelio Tonini, dislocati
a Cerreta San Nicola (Seravezza), si scontrano con una pattuglia
tedesca, che lascia sul terreno due uomini. Nei giorni precedenti i
partigiani, con la collaborazione del parroco e di alcuni paesani,
avevano organizzato la distribuzione di cibo ai residenti e agli
sfollati. Nei giorni successivi le SS operano un rastrellamento, ma i
partigiani si spostano sulle montagne di Montignoso.
12-17 luglio:
si svolgono combattimenti sul monte Cavallo (Seravezza) e nei pressi
della Pania della Croce.
18 luglio:
dopo un difficile lavoro organizzativo di Renato Bitossi (“Giulio”) e
Alvo Fontani (“Paolo”), inviati dal Comitato Toscano di Liberazione
Nazionale, viene costituita la X bis Brigata Garibaldi “Gino Lombardi”,
cui aderiscono tutte le formazioni versiliesi. Schierata tra il monte
Gabberi e il monte Ornato, la Brigata comprende tre compagnie di circa
120 uomini e un reparto, denominato XII squadra. Comandante è Ottorino
Balestri, commissario politico Alvo Fontani, addetto ai rifornimenti
Lorenzo Bandelloni. La I compagnia, comandata da Guido Vannucci, si
attesta sul monte Gabberi ,verso la foce di San Rocchino; la II, agli
ordini di Giancarlo Taddei e con Sergio Breschi commissario politico,
prende posizione presso Farnocchia; la III, al comando di Loris Palma
(“Villa”), si schiera sul monte Lieto, mentre la XIII squadra, guidata
da Oscar Dal Porto, presidia monte Ornato.
22-23 luglio:
i tedeschi attaccano le postazioni della X bis Brigata, ma vengono
respinti. Cadono quattro mongoli e due slavi, disertori di reparti
tedeschi nei quali erano stati forzatamente arruolati. Altri sei
partigiani rimangono feriti.
27-31 luglio:
un grosso rastrellamento investe la zona occupata dalla X bis Brigata
Garibaldi. Si combatte soprattutto sul monte Ornato e nei pressi di
Farnocchia. Cadono i partigiani Italo Evangelisti, Pietro Rovai,
Giuseppe Spinetti, Emilio De Ferrari, mentre Ada Baldi morirà giorni
dopo all’ospedale di Camaiore. Diversi i feriti, una ventina le perdite
tedesche.
1 agosto:
terminato il rastrellamento, la X bis Brigata si sposta nel Lucese, zona
situata nelle estreme propaggini delle Alpi Apuane meridionale tra i
monti Acuto, Rondinaio, Prana e Pedone.
3-4 agosto:
i partigiani fucilano due noti fascisti repubblichini. Vengono fatti
saltare anche due ponti sulla strada per Arni.
8 agosto:
i Tedeschi attaccano
i partigiani della “Bandelloni”, rimasti sul monte Gabberi. Cadono in
combattimento quattro partigiani, tra cui
Cristina Lenzini Ardimanni.
Nel Lucese viene deciso lo scioglimento della X bis Brigata
e la costituzione di tre formazioni più snelle, secondo l’adesione
spontanea dei partigiani. Nascono la “Marcello Garosi”, al comando di
Giancarlo Taddei e con Sergio Breschi commissario politico, attestata
sul monte Pedone; la “Gino Lombardi”-conosciuta anche come “Balestri”
dal nome del comandante-, dislocata sul Prana, la “Bandelloni”, agli
ordini di Lorenzo Bandelloni, alla Foce di San Rocchino.
Sulle colline di Massarosa e in Valfreddana operano già da qualche tempo
le formazioni “Baroni”, “Vignali”, “Brofferio” e “Silvio Ceragioli”.
Nella piana agiscono anche delle squadre SAP (Squadre Azione
Partigiane), che, agli ordini dei CLN, svolgono attività di
informazione, sabotaggio e raccolta di materiali.
13 agosto:
sul Montemagno (Camaiore) viene attaccato un automezzo tedesco e sono
uccisi quattro militari.
15 agosto:
i partigiani attaccano automezzi tedeschi sul monte Quiesa, sulla strada
per Lucca.
18 agosto:
vengono fucilati due fascisti repubblicani, uno dei quali aveva tentato
di infiltrasi nelle file partigiane.
28 agosto:
a Gualdo (Massarosa), durante una missione esplorativa, cadono in
un’imboscata, tesa dalle SS, Giancarlo Taddei, comandante della “Garosi”,
Ciro Bertini e
Gustavo Rontani, elementi di primo piano della formazione. Taddei e
Bertini restano uccisi, Rontani riesce miracolosamente a salvarsi.Comandante
della “Garosi” viene nominato Alberto Cavalli (“Paolo”).
2 settembre:
le truppe alleate attraversano l’Arno e puntano verso Lucca e la
Versilia. Le formazioni partigiane attaccano le truppe tedesche, che
ripiegano verso le postazioni della Linea Gotica.
3 settembre:
in Val Freddana un reparto della “Garosi” attacca automezzi tedeschi,
uccidendo sette militari. Vengono comunicate dai radiotelegrafisti delle
missioni “Radio Rosa “ e “Toscanini” importanti informazioni sui
movimenti e sulle postazioni dei nemici.
4 settembre:
pattuglie della “Garosi” e della “Balestri” si scontano con reparti
tedeschi in Val Freddana e sulle pendici del Prana, dove, in località
“Casa Bianca”, muoiono, per l’esplosione di un ordigno, i partigiani
Domenico Dell’Aquila e Giuseppe Coli.
5 settembre:
la “Garosi”
occupa i paesi di Torcigliano, Gombitelli (Camaiore) e Gualdo (Massarosa)
e tiene sotto controllo la via che da Camaiore raggiunge Lucca,
attraverso la Val Freddana, riuscendo a disattivare le cariche esplosive
collocate dai tedeschi presso alcuni ponti.
7 settembre:
la “Balestri” e il gruppo comandato dal Alberto Brofferio iniziano a
scendere verso Lucca, raggiunta dagli Americani il 5 e già nelle mani
dei partigiani dal giorno precedente.
9 settembre:
nella campagna viareggino muore in combattimento Giuseppe Antonini,
partigiano della “Canova”, una banda partigiana costituitasi da pochi
giorni e che opererà al fianco delle truppe alleate lungo la costa.
10 settembre:
missioni partigiane raggiungono il comando alleato nei pressi di
Vecchiano (Pisa), dove concordano un piano operativo per la liberazione
della Versilia. Nel tardo pomeriggio pattuglie inglesi entrano a Torre
del Lago
11 settembre:
cade in combattimento, presso Massarosa, il partigiano Giuseppe
Barsottelli della formazione “Ceragioli”.
15 settembre:
nelle prime ore della mattina truppe inglesi e partigiani della “Canova”
entrano a Viareggio. Nei pressi del quartiere Marco Polo avvengono
combattimenti, nei quali restano feriti cinque partigiani. Lo stesso
giorno la “Marcello Garosi” libera il paese di Stiava (Massarosa).
16 settembre:
reparti della Força Expedicionaria Brasileira, appena entrati in linea,
liberano Massarosa.
17 settembre:
durante la notte la formazione “Bandelloni” scende dalla Foce di San
Rocchino ed occupa Camaiore.
18 settembre:
nel pomeriggio i Brasiliani entrano a Camaiore e la formazione
“Bandelloni “ si dirige verso Pietrasanta. Dopo un combattimento al
Baccatoio, presso il cimitero urbano, nel tardo pomeriggio una ventina
di partigiani e due carri armati americani entrano in città, dove giunge
anche una pattuglia americana, di cui fanno parte pure dei volontari
italiani aggregati alle truppe statunitensi. proveniente dalla via
Aurelia. Nella notte giunge a Pietrasanta l’intera formazione e, il
giorno successivo, le truppe alleate.
20 settembre:
nel pomeriggio una pattuglia della “Garosi” effettua una ricognizione
nel centro di Forte dei Marmi, che viene abbandonato dai Tedeschi.
21 settembre:
gli Americani raggiungono Forte dei Marmi, dove entrano anche reparti
della “Bandelloni”.
26 settembre:
una pattuglia della “Bandelloni” dal monte Costa, situato tra Vallecchia
e Seravezza, è inviata dal comando inglese in ricognizione nella zona di
Basati, Giustagnana e Minazzana, frazioni della montagna seravezzina.
30 settembre- 2
ottobre:
in questi giorni – c’è incertezza sulla data esatta- una squadra della
formazione “Bandelloni” entra a Seravezza, attestandosi presso l’ex-Casa
del Fascio.
6 ottobre
: reparti americani della 92 Divisione di Fanteria “Buffalo” giungono a
Seravezza., tentando inutilmente, nei giorni successivi, di conquistare
il monte Canala, che sovrasta il centro cittadino.
8 ottobre:
una quarantina di tedeschi circondano un distaccamento di partigiani
della “Bandelloni”, dislocati nell’asilo di Ruosina (Seravezza). Si
combatte per alcune ore, poi i tedeschi si ritirano. Sei partigiani
rimangono feriti, una decina le perdite dei Tedeschi, che uccidono un
civile affacciatosi sulla porta di casa al loro arrivo.
ottobre 1944 - aprile
1945:
la Versilia è libera dall’occupazione nazifascista, tranne
alcuni lembi settentrionali, vale a dire le colline di Strettoia e del
Monte di ripa, la cresta montana che dal Folgorito arriva all’Altissimo,
il gruppo dei monti Corchie e Pania, con il paese di Arni.
Le formazioni versiliesi vengono smobilitate, tranne
alcuni reparti della “Bandelloni” e la “Canova”, ribattezzata “Tigre”,
che operano al fianco delle truppe americane. Dalla metà di novembre
questa è rilevata dalla “Fulgor”, costituita da partigiani del “Gruppo
Patrioti Apuani”, inviati oltre le linee del fronte. Il 27 dicembre
viene formata la compagnia “Ferox”, con il comando a Seravezza, poi il
16 gennaio la “Falco”, dislocata a Stazzema,
tre compagnie che
danno vita al Gruppo F3, rilevando, dal 14 febbraio 1945, i reparti
della “Bandelloni”.
Durante i sette mesi della Linea Gotica tutti questi gruppi
partigiani svolgono un’importante attività di guida e d’informazione
alle dipendenze del Detachement A del Forth Corp Detachement dell’Office
of Strategic Service (OSS) americano.
Nell’offensiva finale i partigiani fanno da guida alle
truppe alleate sui sentieri montani fino alla Bassa Lunigiana. |