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CIRO BERTINI

Nato a Viareggio nel 1920, frequentò il locale Liceo Calassico “Giosuè Carducci”, dove maturò la coscienza antifascista insieme ad un gruppo di studenti, futuri protagonisti della Resistenza veriliese. Conseguita la maturità, si iscrisse all’Università di Pisa, intensificando la sua attività antifascista clandestina. Richiamato alle armi, frequentò il corso allievi ufficiali a Lucca, poi venne destinato a Nola. Nel maggio 1943 sposò Didala Ghilarducci, che condividerà con lui la lotta partigiana, e nel settembre del 1943 nacque il figlio Riccardo. Dopo l’armistizio fu tra i primi partigiani versiliesi e diventò uno dei principali esponenti della formazione "Marcello Garosi”, con il nome di battaglia di Chittò, soprannome che portava fin da bambino. Cadde il 28 agosto 1944 nei pressi di Gualdo (Massarosa), durante un’azione esplorativa, che stava effettuando insieme a Giancarlo Taddei, comandante della “Garosi”e Gustavo Rontani (“Tono”) per predisporre lo spostamento verso la piana della formazione, essendo ormai prossima l’avanzata degli Alleati in territorio vesiliese.
I tre caddero in un’imboscata tesa da una pattuglia tedesca e, non essendo armati per evitare rappresaglie verso la popolazione in caso di cattura, non poterono reagire.
Taddei e Bertini caddero uccisi, mentre riuscì a fuggire Rontani, che il giorno seguente inviò il seguente messaggio al CLN:

“ 29/8/44, ore 9
Caro Tonino (Antonio Giorgetti), è per darti tristissime notizie che ti scrivo. In un agguato tesoci dai tedeschi sul sentiero da Chiari a Gualdo, i nostri ottimi e poveri amici Beppe e Chittò sono stati trucidati. La tragedia è successa ieri all’una del pomeriggio ed è per miracolo che sono rimasto vivo io. Ecco come è successo.
Stavamo ritornando da un giro di ricognizione alla zona insieme a Beppe, quando sul sentiero suaccennato ci siamo trovati di fronte ad una pattuglia di tedeschi, che si era nascosta fuori dal sentiero, aspettando gli uomini di passaggio. Ci siamo lanciati in fuga verso una scarpata che portava in fondo valle, subito inseguiti dai tedeschi che ci sparavano dietro vari colpi di pistola,e, credo,di “master”, senza peraltro ferirci. L’inseguimento è continuato fino in fondo al vallone, ma le SS sono riuscite a d aggirarci ed a intercettare la fuga, prima di Chittò, poi di Beppe. Vista inutile la fuga, mi sono gettato in un ruscello lì vicino, cercando di nascondermi. Ho inteso che domandavano qualcosa a Beppe che si trovava a dieci passi da me  e Beppe rispose:”Non capire, non capire!” Poco dopo udivo due colpi d’arma da fuoco e Chittò che gridava: “Ahi,Ahi!”. Seguivano altri quattro colpi di pistola. Ho inteso cadere i corpi rantolando, poi più niente.
I tedeschi, che credo fossero quattro o cinque, sono rimasti un po’ a contemplare il oro assassinio e poi si sono allontanati. Sono riuscito così a riprendere la fuga e a pormi in salvo(…)”.
Nel dicembre 2006 alla Ciro Bertini è stata concessa la Medaglia d’Argento al
Merito Civile alla memoria, con la seguente motivazione: ”Vice comandante di un distaccamento partigiano veniva catturato in un’imboscata tesa da una pattuglia di SS e barbaramente trucidato, immolando la sua giovane vita ai più alti ideali di democrazia e di libertà. 28 agosto 1944, Massarosa – Lucca"

Contenuti

Leonetto Amadei

Ciro Bertini

Manfredo Bertini

Inigo Campioni

Piero Consani

Antonio Cei

Vincenzo Fusco

Marcello Garosi

Cristina Lenzini Ardimanni

Gino Lombardi

Luigi Mulargia

Amos Paoli

Don Libero Raglianti

Gian Carlo Taddei

Renzo Tognetti

Vera Vassalle

Tristano Zecanowsky