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Gian carlo Taddei Nato a Pisa nel 1923, studente universitario in Medicina, svolse attività clandestina nella sua città, diffondendo stampa antifascista e scritte sui muri contro la dittatura, subendo per questo un arresto. Ricercato dai repubblichini si spostò in Versilia, dove entrò in contatto con i patrioti di Viareggio e di Camaiore, operando con il nome di battaglia di “Beppe”. Nel maggio 1944 divenne commissario politico della “Luigi Mulargia”, comandata da Marcello Garosi (“Tito”), poi, al suo scioglimento, seguito ai tragici fatti di Forno (Massa), costituì la “Nuova Mulargia”, attiva sulle colline di Camaiore. Nel luglio 1944, la formazione confluì nella X bis Brigata Garibaldi “Gino Lombardi” e “Beppe” assunse il comando della II compagnia. Dopo la scioglimento della Brigata, in conseguenza ai duri combattimenti nella zona di Monte Ornato, Taddei fu nominato comandante della formazione “Marcello Garosi”, che operò nella sui rilievi sovrastanti Camaiore e Massarosa, facendosi apprezzare, nonostante la giovane età, per la determinazione, il coraggio e la preparazione politica. Cadde il 28 agosto 1944 nei pressi di Gualdo (Massarosa), durante un’azione esplorativa, che stava effettuando insieme a Ciro Bertini (“Chittò) e Gustavo Rontani (“Tono”) per predisporre lo spostamento verso la piana della formazione, essendo ormai prossima l’avanzata degli Alleati in territorio veriliese. I tre caddero in un’imboscata tesa da una pattuglia tedesca e, non essendo armati per evitare rappresaglie verso la popolazione in caso di cattura, non poterono reagire. Taddei e Bertini caddero uccisi, mentre riuscì a fuggire Rontani, che il giorno seguente inviò il seguente messaggio al CLN: “ 29/8/44, ore 9 Caro Tonino (Antonio Giorgetti), è per darti tristissime notizie che ti scrivo. In un agguato tesoci dai tedeschi sul sentiero da Chiari a Gualdo, i nostri ottimi e poveri amici Beppe e Chittò sono stati trucidati. La tragedia è successa ieri all’una del pomeriggio ed è per miracolo che sono rimasto vivo io. Ecco come è successo. Stavamo ritornando da un giro di ricognizione alla zona insieme a Beppe, quando sul sentiero suaccennato ci siamo trovati di fronte ad una pattuglia di tedeschi, che si era nascosta fuori dal sentiero, aspettando gli uomini di passaggio. Ci siamo lanciati in fuga verso una scarpata che portava in fondo valle, subito inseguiti dai tedeschi che ci sparavano dietro vari colpi di pistola,e, credo,di “maser”., senza peraltro ferirci. L’inseguimento è continuato fino in fondo al vallone, ma le SS sono riuscite a d aggiraci ed a intercettare la fuga, prima di Chittò, poi di Beppe. Vista inutile la fuga, mi sono gettato in un ruscello lì vicino, cercando di nascondermi. Ho inteso che domandavano qualcosa a Beppe che si trovava a dieci passi da me e Beppe rispose:”Non capire, non capire!” Poco dopo udivo due colpi d’arma da fuoco e Chittò che gridava: “Ahi,Ahi!”. Seguivano altri quattro colpi di pistola. Ho inteso cadere i corpi rantolando, poi più niente. I tedeschi, che credo fossero quattro o cinque, sono rimasti un po’ a contemplare il oro assassinio e poi si sono allontanati. Sono riuscito così a riprendere la fuga e a pormi in salvo(…)”. Nel dopoguerra fu richiesta per Taddei la concessione della Medaglia d’Argento al Valor Militare, senza alcun esito, nonostante per molti anni si sia creduto che fosse stata accolta. |
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