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VINCENZO FUSCO

Nato a Seravezza (Lucca) nel 1913, si arruolò nella Marina Militare, conseguendo il grado di Guardiamarina presso l’Accademia Navale di Livorno nel 1933. Promosso sottotenente di Vascello l’anno successivo, partecipò alla guerra d’Etiopia imbarcato sulla cannoniera Berta. Nel 1938, divenne tenente di Vascello e prestò servizio sugli incrociatori “Fiume” e “Colleoni” e quindi sulle corazzate “Andrea Doria” e “Vittorio Veneto”. Nel 1941, dopo aver frequentato la Scuola di osservazione aerea di Orbetello, operò con la 147a Squadriglia Idrovolanti dell'Egeo e, nel novembre 1942, nella 148a Squadriglia a Vigna di Valle, quindi nella 182a. Nell'aprile del 1943, fu promosso  capitano di Corvetta e ottenne il comando della “Chimera”.

Dopo l’armistizio prese parte alla Guerra di Liberazione al fianco degli Alleati, assumendo il comando della 1ª Flottiglia MAS, nei reparti della Marina che combattevano contro i tedeschi nel Mare Adriatico.

 Il 13 novembre 1944, cadde falciato da una raffica di mitraglia nel corso di una missione, portata a termine positivamente con una unità isolata nelle vicinanze di un porto saldamente presidiato dal nemico, lungo le coste del Montenegro.

  Già decorato di due Medaglie d’argento, di una di bronzo e di una Croce di guerra, è stato insignito, alla memoria, della massima decorazione militare con la seguente motivazione:” Ufficiale superiore entusiasta e generoso, già distintosi per ripetute prove di valore, chiamato a nuovi ardimentosi compiti al comando di motosiluranti, aveva saputo infondere negli equipaggi il suo giovane entusiasmo ed una profonda dedizione alla Patria ed al dovere, sempre primo ad affrontare il rischio nelle perigliose missioni in acque nemiche. Nel corso di ardua missione compiuta con unità isolata, si portava nelle immediate vicinanze di porto nemico saldamente presidiato e difeso e, dopo aver assolto interamente il compito affidatogli, affrontava una sopravvenuta unità nemica superiore per tonnellaggio ed armamento, apriva il fuoco per primo e dopo aver inflitto perdite all'avversario cadeva fulminato da raffica di arma automatica, coronando con il supremo sacrificio, una esistenza tutta dedita alla Patria e alla Marina nello spirito del glorioso motto dei M.A.S. della Regia Marina. Mare Adriatico - Coste montenegrine, 13 novembre 1944”.

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